IL “JOBS ACT”.  (?)

I riferimenti quotidiani al Jobs Act da parte dei media sollecitano alcune considerazioni.

In inglese Job è sinonimo di lavoro, impiego, attività, ecc. ma è privo di quella appropriatezza e dignità  invece espressa da Labour, sostantivo che per l’etimologia latina è più adatto ad un uso di alto profilo, specie se giuridico.

Labour Act potrebbe quindi ben tradurre Legge sul Lavoro, laddove Act definisce l’insieme di norme, leggi, regolamenti ecc. mentre Labour ne precisa il settore di applicazione.

In Jobs Act il termine Jobs – se fosse un sostantivo qualificante il nome composto – si comporterebbe esattamente come un aggettivo, mantenendo quindi la stessa forma del singolare.

Quindi, pur con la licenza di usare il sostantivo Job in luogo di Labour, la domanda è: perché Jobs Act e non Job Act ?

Risposta: perché Jobs non è sostantivo qualificante il composto, bensì il nome dato ad Act, cioè alla legge in questione (come, ad es., noi potremmo dire: Legge XYZ).

Infatti Jobs  è acronimo di Jumpstart Our Business Startups, così come concepito, definito e usato dall’amministrazione del governo USA nel 2012.

Jumpstart definisce la modalità di avviamento di un’auto  in condizioni di emergenza, mediante collegamento a una batteria esterna di un’altra vettura ed è qui usato come verbo (to jumpstart).

Jobs è quindi acronimo dell’esortazione così riassumibile in italiano: “avviamo le nuove imprese  con un’operazione di emergenza  così come si fa con un’automobile in panne”.

Una  tale dichiarazione, sebbene formulata con semplicità, in inglese è ricca di ridondanze psicologiche, di riferimenti e di coinvolgimento non rendibili in italiano per i limiti impliciti di qualsiasi processo di traduzione.

Le considerazioni non sono solo terminologiche ma anche, e soprattutto, di sostanza: infatti il Jobs Act statunitense regolamenta l’accesso al credito diretto di impresa ( = iniezioni di capitali per favorire gli investimenti,  fondare nuove imprese,  creare lavoro)  ed è una legge finanziaria.

Il Jobs Act italiano è – invece – una legge sul  lavoro (art. 18, contratti a tutele crescenti, licenziamenti e reintegri ecc.), concepita come una serie di interventi (anche fiscali) su processi aziendali già in essere.

Quindi la stessa locuzione Jobs Act indica infine due concetti ben diversi.

In ambito internazionale il Jobs Act versione italiana si è anche guadagnato consensi grazie all’equivoco: quello di credere che l’Italia abbia praticamente attuato il Jobs Act così come tutti lo intendono all’estero, cioè nell’originale interpretazione statunitense…

Il Jobs Act (versione italiana) è un falso amico. Veramente bestiale !…

Roberto Maritan

 160310

A cura di Roberto Maritan